PSICOLOGIA - ​SVILUPPO SOCIALE E EMOTIVO DEL BAMBINO

SVILUPPO SOCIALE E EMOTIVO DEL BAMBINO 

LO SVILUPPO EMOTIVO - COSA SONO LE EMOZIONI 

Le emozioni sono stati complessi dell’organismo divisi in fattori psicologici e fisiologici (come la paura, è uno stato mentale che si estende anche a livello fisico, aumentano i battiti). A seguito di ciò l’organismo è pronto a dare una risposta ADATTIVA (adattamento a una situazione) per la SOPRAVVIVENZA (scappare in caso di paura)


IL RUOLO DELLE EMOZIONI 

Le emozioni influenzano l’attenzione, motivazione e gli interessi personali e ci indicano gli scopi verso cui muoverci, influenzano anche i processi di valutazione. Elementi percettivi, motori, cognitivi ed emotivi interagiscono tra loro nello sviluppo, quindi le emozioni sono fondamentali nello sviluppo COGNITIVO e PERCETTIVO MOTORIO. 



EMOZIONI E RELAZIONI 

fin dalla nascita il bambino è predisposto alla relazione con altri umani e alla comunicazione di emozioni. La madre deve fare da specchio per le emozioni che il bimbo prova perché il piccolo possa imparare a riconoscerle e capirle dentro di sé. 



LO SVILUPPO DI SÈ 

Con il primo anno di vita i bambini esprimono le loro emozioni e comprendono quelle altrui. Lo sviluppo emotivo è possibile grazie alla FORMAZIONE E RICONOSCIMENTO DEL PROPRIO SÈ = totalità delle componenti psichiche individuali. La prima consapevolezza di sé è il riconoscimento del proprio corpo (da nove mesi a due anni i bambini di fronte ad uno specchio hanno un’auto riconoscimento) 



TEORIE DELLE EMOZIONI 

 Lo studio dello sviluppo emotivo ha portato alla formazione di più teorie tra cui:

  • La DIFFERENZIAZIONE di Bridges: Secondo lei i bambini alla nascita provano emozioni indifferenziate. Solo col tempo si differenziano, prima sofferenza piacere, poi altre come paura, rabbia eccetera.
  • L’approccio DIFFERENZIALE di Izard: Secondo lui fin dalla nascita il bimbo distingue le emozioni che svolgono una funzione adattiva per interagire e segnalare il proprio disagio alla madre. Rabbia paura si sviluppano più tardi, con lo sviluppo motorio, proprio per attivare reazioni utili per evitare pericoli.
  • L’approccio FUNZIONALE: le emozioni servono nel rapporto individuo e ambiente per manifestare e soddisfare i bisogni fondamentali, favorendo il processo di adattamento.


LE EMOZIONI SOCIALI

Con la consapevolezza di sé e la crescita si sviluppano altre emozioni, tra cui quelle sociali (dai due anni): imbarazzo, invidia, gelosia, orgoglio, vergogna e sensi di colpa.

EMPATIA 

Capire cosa provano gli altri (dai due anni). I neuroni a specchio contribuiscono molto in ciò, nella comprensione dell’intera oggettività. Sono neuroni che si attivano in uno specifico campo guardando qualcuno svolgere un’azione in quello stesso campo.



LO SVILUPPO SOCIALE - I PRIMI DUE ANNI 

Lo sviluppo sociale riguarda la capacità di interagire con gli altri. La prima fase dello sviluppo sociale va dai 0-2 anni, fin dalla nascita sono “esseri sociali“ perché instaurano relazioni con i parenti.  Un bimbo interagisce più facilmente con un adulto ma ci sono anche relazioni fra pari (9-12 mesi). 


DAI 2 AI 6 ANNI: I SISTEMI ECOLOGICI DI BERTALANNFY 

In questi anni il mondo sociale dei bimbi si allarga, per la famiglia, scuola e attività ricreative, l’ambiente esterno diventa dunque fondamentale, il modello teorico dei SISTEMI ECOLOGICI di BERTALANFFY Sottolinea la complessità delle dimensioni sociali nello sviluppo sociale. SISTEMA = Complesso integrato costituito da più parti che si influenzano. Ci sono RETI di INFLUENZE multidirezionali. Gli individui influenzano e sono influenzati. 


IL CONTESTO DELLO SVILUPPO DI BORNFENBRENNER 

Per lui l’ambiente sociale dell’individuo è il contesto dello sviluppo. Per lui il bambino non viene influenzato solo da MICROSISTEMI (famiglia) ma dall’interazione di questi contesti (MESOSISTEMA). Gli individui di un microsistema sono condizionati anche da coloro che non ne fanno parte (ESOSISTEMA). Un’altra influenza è data dal MACROSISTEMA cioè il contesto culturale. Ogni elemento influenza gli altri. 


FUNZIONE DEL GIOCO 

esso favorisce la socializzazione tra i due e i sei anni. Giocando i bambini esercitano le proprie abilità motorie e cognitive e sono in uno continuo SCAMBIO SOCIALE con gli altri bambini. 

Piaget individua:

  • gioco di PADRONANZA: fa ciò che lo diverte e ripete schemi di comportamento 
  • gioco SIMBOLICO: il bimbo applica uno schema di comportamento a una situazione immaginaria o con oggetti inesistenti (bastone come spada) 


TRA I 6 E GLI 11 ANNI: LO SNODO DELLA SCUOLA 

Inizio scuola = passaggio molto importante e di forti DISCONTINUITÀ con la fase precedente, alcuni bambini credono che gli adulti non avranno più tolleranza nei suoi confronti, loro iniziano a SOCIALIZZARE, rispettare NUOVE REGOLE. In questa fase (per Piaget) si sviluppa il gioco di ruolo e quindi il rispetto di regole frutto di un accordo del gruppo a porta (non imposte dall’adulto o da un autorità) 


IL MODELLO DI COMPETENZA SOCIALE DI DODGE 

  • Kennt Dodge (psicologo americano) sostiene che l’interazione sociale tra pari è un compito che presenta molti problemi. Lui propone un MODELLO DI COMPETENZA SOCIALE = fin da piccoli i bambini ricevono STIMOLI che traducono in comportamenti una volta elaborati.

Grazie all’interazione con i coetanei, loro riescono a fortificare la loro identità sociale e ad instaurare rapporti di amicizia.


ADOLESCENZA (fino a 20 anni) 

Identità e autonomia. Conflitto tra scelta e identità. I ragazzi rincorrono l’autonomia e emancipazione. Sviluppano la loro intelligenza, idee, capacità logiche. Fondamentale l’AMICIZIA come senso APPARTENENZA = REGOLE di CONFORMISMO


SVILUPPO SOCIALE E DIGITALE 

I processi evolutivi si realizzano nel grande contesto della CULTURA DIGITALE

I bambini e ragazzi acquisiscono grandi capacità di interazione virtuale ma perdono competenza emozionale e sociale. 

I SOCIAL = permettono interazioni col mondo ma limitano quelle nei contesti di vita reali. 

L’AUTENTICITÀ = fattore che distingue l’esperienza virtuale da quella reale e dell’espressione di emozioni di cui sia coscienza e padronanza. Nella realtà i canali espressivi sono autentici e in realtà virtuale sono falsati.



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